Grassi e con il diabete: il lato oscuro dei ricchi paesi del Golfo

“Nella mia famiglia abbiamo un detto: se non hai il diabete non sei un vero abitante del Kuwait”. Dhari al Fadli ha 49 anni, 5 figli e 123 chili di peso. Fa parte della metà oversize del piccolo stato mediorientale, tre milioni di abitanti, un milione e mezzo sovrappeso. Obesità e diabete. Una tendenza che sta diventando costante in quasi tutti i paesi del Golfo: dal Qatar, all’Arabia Saudita passando per gli Emirati Arabi sempre più persone sono colpite dalla “malattia del benessere”, il vero lato oscuro del boom economico.

Dimagrire per volere del re – Secondo uno studio delle Nazioni Unite in Kuwait vive la più alta percentuale di adulti obesi di tutto il Medio Oriente (42,8%). Al secondo posto l’Arabia Saudita con il 35,2%. E proprio nello stato culla dell’Islam i chili di troppo stanno diventando un problema tanto da attirare l’attenzione del vecchio re Abdallah. E’ stato il sovrano in persona a intervenire per salvare il suo suddito più sovrappeso, Khalid bin Mohsen Shaari, 19 anni e 610 chili, considerato uno degli uomini più grassi del mondo. Il ragazzo, incapace di muoversi con le proprie gambe, è stato portato per ordine di sua Maestà al King Fahd Medical City di Riyad, dove sono stati istallati un letto e dei carrelli speciali per muovere il paziente tra i reparti in cui dovrà curarsi nei prossimi mesi. Continua a leggere

L’Arabia Saudita va a caccia di hacker per spiare Twitter e Whatsapp

AAA cercasi hacker. Il regno saudita sembra proprio avere un disperato bisogno di informatici esperti nello sbirciare i segreti dei suoi sudditi. Il braccio informatico di Riyad è alla caccia di geni del web in grado di intercettare e bloccare il flusso dei messaggi nelle chat di Twitter, Whatsapp, Viber e Line, quattro sistemi di messaggistica tra i più diffusi in Arabia Saudita.

Che i governi mediorientali (e non solo) investano tempo e risorse per controllare le comunicazioni all’interno del loro territorio è cosa nota. Che lo faccia l’Arabia Saudita, lo stato al centro dei giochi di potere in tutto il Medio Oriente (Siria compresa) è risaputo. Meno noti sono i modi con cui si cerca di reclutare giovani informatici per fini governativi.

A rendere pubbliche le modalità con cui i sauditi reclutano le nuove leve è stato Moxie Marlinspike, pseudonimo di un ragazzo di San Francisco che si definisce “ingegnere informatico, hacker, marinaio e capitano” appassionato di viaggi. Sul suo blog ha detto di essere stato contattato da un  rappresentante della Mobily, uno dei due operatori telefonici che operano in Arabia Saudita, che si è detto interessato a trovare “soluzioni per monitorare i dati criptati nelle telecomunicazioni”.

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