Gli attentati dei jihadisti fai-da-te: dalla strage di Tolosa all’attacco di Sydney

Cani sciolti, jihadisti fai-da-te che al grido di “Allahu akbar” disseminano terrore e morte in tutto il mondo. Sono i terroristi della porta accanto che, seguendo l’appello dei leader estremisti, con una macchina, un coltello o a colpi di khalashniokov seminano morte.
Uno di loro era Mohammed Bouyeri, 26enne olandese di origine marocchine, il ragazzo che la mattina del 2 novembre 2004 uccise a colpi di pistola Theo Van Gogh, regista e nipote del famoso pittore. Bouyeri disse di aver agito per difendere il nome di Allah e per protesta contro Submission, il breve documentario che Van Gogh aveva girato poco tempo prima sulla condizione delle donne nella cultura islamica. Nel film – che fu ritirato per le proteste e i disordini che causò – erano citati alcuni versi del Corano scritti sui corpi nudi delle protagoniste, che secondo gli autori della pellicola legittimerebbero l’autoritarismo degli uomini nei confronti delle donne.
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Un altro mujahidin solitario al servizio di Allah era Mohammed Merah, 24enne di origini algerine autore della strage di Tolosa del marzo 2012. Un carrozziere ben educato che si autodefiniva un combattente affiliato ad Al Qaeda: uccise tre soldati francesi, tre studenti e un insegnante in una scuola ebraica registrando le sue imprese con una telecamera. Il suo furore religioso gli permise di tenere sotto scacco tutta la Francia per 32 ore, asserragliato nel suo appartamento armato fino ai denti. Le teste di cuoio lo uccisero proprio come lui voleva, come uno shahid, un martire, con un’arma tra le mani.

Michael Adebolajo e Michael Adebowale, i due terroristi di Woolwich responsabili della morte del soldato Lee Rigby

Michael Adebolajo e Michael Adebowale, i due terroristi di Woolwich responsabili della morte del soldato Lee Rigby

Altri due terroristi solitari hanno versano sangue sulle strade inglesi. E’ il 22 maggio del 2013 quando in pieno giorno a Woolwich, periferia sud di Londra, Lee Rigby, un soldato in borghese viene massacrato a colpi di mannaia al grido di Allahu akbar. Gli autori del attentato sono Michael Adebolajo, 28enne inglese figlio di nigeriani di religione cristiana convertito all’Islam nel 2003, e Michael Adebowale, 22 anni, entrambi nati e cresciuti in Inghilterra. Sono ancora negli occhi di tutti le immagini e le minacce di Adebolajo che con le mani insanguinate giustifica l’omicidio del soldato, reo di far parte di un esercito, quello britannico, che uccide ogni giorno “fedeli musulmani”.
Dal Regno Unito al cuore dell’Europa. Risale al 24 maggio 2014 l’attentato di Bruxelles, in Belgio: Mehdi Nemmouche, francese schedato dai servizi di intelligence come seguace del jihad siriano, entra nel museo ebraico della città con un khalashnikov uccidendo 4 persone.
Michael Zehef-Bibeau, neo convertito all'Islam, responsabile dell'assalto al Parlamento di Ottawa, Canada

Michael Zehef-Bibeau, neo convertito all’Islam, responsabile dell’assalto al Parlamento di Ottawa, Canada

I leader della guerra santa inneggiano al martirio. Orecchie sensibili ascoltano, assimilano i messaggi diffusi sui social network e colpiscono. E il terrore arriva anche in Canada. Il 21 ottobre in Quebec un ragazzo di 25 anni seguace dell’Isis investe con la sua auto un soldato, uccidendolo. Il giorno dopo a Ottawa Michael Zehef-Bibeau, neo convertito all’Islam, armato di mitra è entrato nel Parlamento della capitale ferendo a morte un poliziotto prima di essere freddato dalle forze dell’ordine.
La piovra nera del terrorismo è arrivata fino in Australia. E’ il 15 dicembre quando Man Haron Moni, religioso iraniano di 50 anni, sequestra 17 persone in un bar del centro di Sydney minacciando di far esplodere alcuni ordigni. Il bilancio dell’atto di terrore è di tre morti, compreso l’attentatore. Simbolo di quel sequestro una bandiera nera con la scritta in arabo “non c’è altro Dio all’infuori di Allah”.
Canada, Australia e ora di nuovo in Francia, al confine. Prima dell’attentato di oggi altri due attacchi di mujahidin solitari avevano fatto alzare il livello d’allerta: il primo a Digione lo scorso dicembre dove un’auto si è lanciata contro una folla di passanti al grido “Dio è grande” facendo 11 feriti. Il secondo in un commissario a Joué-les-Tours, nel centro del paese, dove un uomo ha ferito tre agenti con un coltello, prima di essere ucciso.
twitter@elia_milani 

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