Haim Tomer, ex Mossad: “I leader di molti paesi arabi vogliono che Israele elimini Hamas”

Haim Tomer, ex agente del Mossad
Haim Tomer è stato per nove anni un agente del Mossad, i servizi segreti israeliani che operano all’estero. Dal 2007 al 2011 è stato direttore della sezione intelligence dell’ “Istituto” (questo il significato della parola Mossad in ebraico). Dal 2011 al 2014 è stato a capo delle missioni all’estero.  Mr Tomer, dopo la fine della tregua tra Israele e Hamas c’è la possibilità di arrivare a un nuovo cessate il fuoco? Non credo. Penso che il governo israeliano non sia più interessato ad un accordo con Hamas. Ora si va verso violenti combattimenti nel sud di Gaza dove si trova… Continua a leggere


Gas, sharia e diplomazia: la ricetta del Qatar, il piccolo gigante mediorientale

L’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani
Ahlan bikum fi Qatar. Benvenuti in Qatar, un paese grande meno della metà del Piemonte, senza una tradizione calcistica alle spalle ma con tantissimo gas naturale e preziose alleanze internazionali. La piccola monarchia del Golfo, indipendente dal 1971, non ha mai partecipato a un Mondiale ma, battendo il record della Svizzera (host del torneo nel 1954), sarà il più piccolo paese ad aver mai ospitato la competizione.   Sulle spalle degli stranieri – In Qatar vivono poco meno di 3 milioni di persone, ma solo 350mila hanno nazionalità e passaporto qatariota. Tutti gli altri (l’88% della popolazione) sono lavoratori stranieri, provenienti… Continua a leggere


Yuval Noah Harari e il mondo dopo il Coronavirus

Lo storico e scrittore israeliano Yuval Noah Harari a Seoul nel 2016 (EPA/YONHAP SOUTH KOREA OUT)
Guai a chiamarlo profeta. (“Non credo nei veggenti, né tantomeno nei profeti: nessuno è in grado di prevedere il futuro”). Eppure Yuval Noah Harari, professore di storia alla Hebrew University di Gerusalemme, è considerato una mente così brillante da essere in grado di analizzare (e forse anticipare) le sfide delle società del futuro. “Non ho mai fatto così tante interviste come in questo periodo”, ha confessato l’autore di Sapiens, Homo deus e 21 lezioni per il XXI secolo, best seller da 25 milioni di copie che trattano l’evoluzione della nostra specie e il possibile futuro dell’umanità. Ma in poche settimane… Continua a leggere


“Mucche kamikaze”, la nuova strategia dell’Isis (in crisi) in Iraq

Una mucca pronta per essere sacrificata nel giorno di Eid al-Adha, la festa del sacrificio, alla periferia di Kabul, Afghanistan  (EPA/JAWAD JALALI)
Due mucche camminano verso il villaggio di Al Islah, in Iraq. Una cosa normale se non fosse per il fatto che su quei bovini sono stati posizionati giubbotti esplosivi.Una volta raggiunto il piccolo centro abitato gli ordigni sono stati fatti detonare a distanza dai miliziani dell’Isis: il bilancio è di due bovini morti, danni alle case vicine ma nessuna persona ferita. La storia, riportata dal New York Times e raccontata dal Colonnello Ghalib Al Atyia (portavoce del comando di polizia della provincia di Diyala) più che l’inizio di una nuova strategia da parte del terrorismo islamista sembra essere il segno della… Continua a leggere


“In ricordo di Davide”: a Betlemme inaugurato un campo dedicato ad Astori

Federico Chiesa gioca con i bambini di Betlemme nel giorno dell’inaugurazione del campo dedicato a Davide Astori (foto Elia Milani)
Un nome e cognome scritti in grandi caratteri neri su un muro dove picchia forte il sole mentre i bambini giocano a calcio divertiti. E’ la dedica a Davide Astori, il capitano della Fiorentina scomparso prematuramente oltre un anno fa. Il suo ricordo ha ispirato un progetto che ha portato all’inaugurazione di un nuovissimo campo di calcio in erba sintetica nel cuore di Betlemme, città palestinese poco lontano dalla Chiesa della Natività dove secondo la tradizione cristiana più di duemila anni fa è nato Gesù. Il progetto, ideato da Assist for Peace, è stato realizzato grazie al finanziamento di Cagliari… Continua a leggere


La cupola d’oro e la moschea remota, viaggio nel terzo luogo più sacro per i musulmani

Cupola della Roccia, Gerusalemme (foto Elia Milani)
E’ forse l’edificio più simbolico di tutta Gerusalemme. È la cupola dorata che ogni giorno, riflette il sole che illumina la Città Santa. Gli arabi la chiamano Qubbat as Sahra, la cupola della roccia, simbolo della Gerusalemme musulmana che domina uno dei luoghi più contesi della terra. La cupola è parte della Moschea di Al Aqsa, il cuore di quello che i musulmani chiamano Al Haram al Sharif, la Spianata delle Moschee, considerato dai fedeli il terzo luogo più importante del mondo dopo la Mecca e Medina, in Arabia Saudita. “Una preghiera alla Moschea di Al Aqsa vale come 500 preghiere dette… Continua a leggere


Storia e segreti del Muro del Pianto

Il Muro del Pianto e la Cupola della Roccia, Gerusalemme (foto Elia Milani)
In ebraico viene chiamato Kotel, in inglese è Western Wall, muro occidentale, in italiano è semplicemente Muro del Pianto. Parole diverse per indicare lo stesso luogo, il più sacro per gli ebrei di tutto il mondo.  Ogni anno centinaia di migliaia di turisti e fedeli in visita a Gerusalemme vengono fino a qui. La maggior parte di loro si ferma nella Western Wall Plaza, la piazza di fronte al Muro. La storia e le guerre hanno modificato la geografia di questo luogo. Del muro occidentale costruito da Re Erode, lungo 488 metri, è oggi visibile dall’esterno solo una parte lunga… Continua a leggere


Viaggio nei quattro quartieri della Città Vecchia di Gerusalemme

Vista sulla città vecchia di Gerusalemme dalla Torre di Davide (foto Elia Milani)
Un chilometro quadrato denso di storia. Uno spazio circondato da mura costruite nel XVI secolo dal Sultano Ottomano Solimano il Magnifico che ancora oggi racchiudono i luoghi più sacri per cristiani, musulmani ed ebrei. E’ la città vecchia di Gerusalemme, il cuore di tutta la Terra Santa. Attraversata da strette vie in cui è facile perdersi, la città vecchia è un mondo diviso in quattro, tanti quanti sono i quartieri che la compognono: il quartiere cristiano ruota attorno al Santo Sepolcro; quello musulmano si trova a pochi metri dalla Cupola della Roccia; quello ebraico è a pochi passi dal Muro del Pianto mentre… Continua a leggere


Muri, droga e spazzatura: viaggio a Shuafat, l’unico campo profughi dentro Gerusalemme

L’ingresso del campo profughi di Shuafat (foto Elia Milani)
La macchina svolta a destra, prende una curva e si dirige verso il check point sorvegliato dai soldati israeliani. Alle loro spalle il muro alto nove metri circonda su più lati uno spazio pieno di camion, negozi e venditori ambulanti. “Questa è la terra di nessuno”, ci racconta Marco, 37enne di Bolzano e project manager di Cesvi, Ong italiana attiva in loco. “La vera entrata del campo di Shuafat si trova laggiù”. A darci il benvenuto è quella che in gergo tecnico i lavoratori delle Ong chiamano “transfer station”, una piccola discarica a cielo aperto dove finisce tutta la spazzatura… Continua a leggere


“La ragazza di Homs”: una storia d’amore tra guerra, migrazioni e speranza

Leila è una ragazza siriana disposta a tutto per seguire l’amore e per mettere in salvo la sua famiglia in fuga dalla guerra. Una ragazza forte e determinata che si lascia bruciare dalle passioni: quella per la libertà (che la spinge a unirsi alle prime proteste anti Assad) e quella per il suo fidanzato Bilal.
Leila è un personaggio di fantasia ispirato a una persona vera, la protagonista del romanzo “La ragazza di Homs“, scritto dalla giornalista italo siriana Susan Dabbous.

“Dietro a Leila c’è Bir, una ragazza in carne e ossa che ho conosciuto”, racconta la giornalista durante la presentazione del suo libro in un elegante salotto a Gerusalemme Est. “Tutti i nomi delle persone presenti nel libro sono inventati ma i fatti che descrivo sono realmente accaduti a uomini e donne che ho incontrato nel corso dei miei anni passati in Medio Oriente e in Italia”.

Susan Dabbous durante la presentazione del libro “La ragazza di Homs” a Gerusalemme (foto Giona Messina)

Homs, Beirut, Tripoli. Poi Lampedusa, Palermo e Milano. Sono i luoghi di Leila che fanno da sfondo all’odissea (sua e della sua famiglia) che rappresenta in modo paradigmatico il dramma e la speranza di un popolo.

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