La cupola d’oro e la moschea remota, viaggio nel terzo luogo più sacro per i musulmani

E’ forse l’edificio più simbolico di tutta Gerusalemme. È la cupola dorata che ogni giorno, riflette il sole che illumina la Città Santa. Gli arabi la chiamano Qubbat as Sahra, la cupola della roccia, simbolo della Gerusalemme musulmana che domina uno dei luoghi più contesi della terra.

Cupola della Roccia, Gerusalemme (foto Elia Milani)

La cupola è parte della Moschea di Al Aqsa, il cuore di quello che i musulmani chiamano Al Haram al Sharif, la Spianata delle Moschee, considerato dai fedeli il terzo luogo più importante del mondo dopo la Mecca e Medina, in Arabia Saudita.

“Una preghiera alla Moschea di Al Aqsa vale come 500 preghiere dette nelle altre moschee di Gerusalemme”, ci racconta Mustafa Abu Sway, imam di Al Aqsa e membro del Waqf, la fondazione giordana che amministra i luoghi santi di Gerusalemme.

Mustafa è un esperto dell’imam Al Ghazali, teologo e filosofo persiano del XI secolo, figura chiave nella storia del pensiero islamico. Camminando insieme a lui sotto la cupola dorata ammiriamo la perfezione architettonica dell’edificio dove sono continui i richiami allo scorrere del tempo: le 52 finestre rappresentano le settimane dell’anno; i 24 archi, le ore del giorno; le 12 colonne, i mesi, e i 4 pilastri di sostegno, le stagioni.

“Nelle decorazioni dentro la Cupola della Roccia compaiono moltissimi versetti del Corano che non rendono omaggio solo a Maometto ma a tutti i 25 profeti riconosciuti dall’Islam: tra loro anche Abramo, Mosè e Gesù”, ci spiega Mustafa.

Mustafa Abu Sway, imam alla Moschea di Al Aqsa e membro del Waqf, la fondazione giordana che amministra i luoghi santi di Gerusalemme (foto Elia Milani)

Questo luogo è considerato sacro anche dagli ebrei che lo chiamano Monte del Tempio: secondo la tradizione ebraica qui si trova la pietra della fondazione a partire dalla quale Dio ha creato il mondo; qui Abramo ha tentato di sacrificare il figlio Isacco e qui è stato costruito il Tempio di Salomone che ospitava l’Arca dell’alleanza al cui interno c’erano le tavole dei dieci comandamenti.

Nel VII secolo durante la grande espansione dell’Islam dopo la morte di Maometto le truppe musulmane conquistarono Gerusalemme, allora città cristiana. Si racconta che il Sultano Abd Al Malik, arrivato nella Città Santa, vedendo la bellezza della cupola del Santo Sepolcro fu colto dal timore che potesse abbagliare le menti dei musulmani spingendoli sulla via del cristianesimo: nel 691 decise di costruire un edificio meraviglioso in modo da rendere visibile a tutti la presenza dell’Islam in città.

Dettaglio del minbar, il pulpito della moschea di Al Aqsa, portato dal Saldino da Aleppo a Gerusalemme nel 1187 (foto Elia Milani)

Per i musulmani ogni singolo metro della Spianata è considerato sacro: la diciasettesima Sura del Corano racconta di un lungo viaggio notturno compiuto da Maometto a bordo di Buraq, un cavallo alato con la testa di donna che ha trasportato il profeta “dalla Moschea Santa alla Moschea Remota”, luoghi identificati in seguito rispettivamente con la Kabaa della Mecca e la Spianata di Gerusalemme.

Normalmente solo i fedeli musulmani possono entrare nella Cupola della Roccia e dentro la Moschea di Al Aqsa, ma con un permesso rilasciato dal Waqf siamo riusciti a visitare questi luoghi unici, come potete vedere nella puntata della rubrica di Tgcom24 “A Gerusaelmme liberata” dedicata alla Spianata delle Moschee.

CLICCA E GUARDA LA PUNTATA SULLA CUPOLA DELLA ROCCIA

 

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